Marcello Baccino, nipote del prof. Montano, importante medico cairese che esercitò a Torino, emigrò a Montevideo (forse nel 1880) accompagnato dal cugino Luigi Baccino, in uno dei suo viaggi in America Latina.
In quell’anno Marcello era tornato a Cairo dopo essere stato all’Accademia Militare di Modena, lo vediamo fotografato in divisa di cadetto, poi si era imbarcato a Genova , diretto in Uruguay, dove, secondo una testimonianza orale di una parente vivente, fece il vetturino come il cugino Luigi.
Entrambi divennero amici del governatore di Montevideo che era di origini italiane.
Marcello sposò una donna di Cairo (Maria Crosa) che sarà poi la nonna di Lina Lupini, arguta e simpatica signora che sabato 18 febbraio 2006 al GRIFL, mi ha fatto vedere la foto di Marcello Baccino e mi ha fornito queste notizie.)
Quella che segue è una storia inventata con alcuni riferimenti storici (Baccino, Serono)
1877 - Baccino arriva a Cairo
A Cairo, nel cortile dell’Albergo Corona Grossa, si ferma la diligenza e scendono Carlotta Larghero e Luigi Baccino. Sono stanchi perché arrivano dal Sudamerica; sono scesi nel porto di Genova, dove sono sbarcati dal piroscafo.
Carlotta prende una bella camera. Il giorno dopo incontra i parenti cairesi che non aveva mai visto, poi con i cugini di Dego Amalia, Secondino, Silvino e la zia Tersilla Larghero in Morena, vanno alla Madonna del Bosco dove visita come rapita da un sogno i luoghi dei suoi antenati.
Vede le due lapidi poste sopra l’ingresso e legge la più larga dove è scritto “PETRUS LARGERIUS PHY. VOVIT ET REDDIDIT ANNO 1623
Entra nella chiesetta che fu costruita dal suo avo, il protofisico Pietro Larghero, nel 1623 e nel silenzio odoroso di bosco e di fiori che aleggia nella cappella, trova finalmente pace, sente di essere arrivata a casa e di doversi stabilire in quel posto.
La zia le parla delle loro antenate Lucia e di Maria Larghero che furono accusate di stregoneria perché avevano virtù di sensitive e di chiaroveggenza. Carlotta pensa che anche lei ha queste particolarità e vorrebbe chiedere qualcosa alla zia, ma le donne si guardano senza parlare e negli occhi di zia Tersilla sembra cogliere la risposta alla sua muta domanda
Nel 1887, quando iniziò a dipingere sulla tela il ritratto dal vivo di Luigi Baccino, l’anziano pittore cairese Felice Serono ebbe giorni di inquietudine e una specie di presentimento di cui parlò agli amici. Scrisse dapprima a Cesare Abba che si trovava a Brescia come professore in un Liceo, poi anche all’onorevole Sanguinetti che era l’ispiratore e il leader della politica locale progressista.
Ma chi ascoltò i suoi dubbi e le sue paure fu l’amica sudamericana arrivata a Cairo con il Baccino, dieci anni prima e stabilitasi in campagna, verso Montenotte.
Carlotta è attratta dal mistero e dall’occulto, ogni fatto che accade nella sua sfera famigliare e amicale lei lo esamina sotto questo profilo e spesso ne scopre le chiavi segrete.
Con gli insegnamenti di Serono si mette a dipingere e qualche anno dopo sarà la sua aiutante nell'affrescare l'abitazione dei Cremonesi nella via Maggiore a Cairo. Il lavoro terminerà ai primi di agosto del 1892 e lei, in omaggio all'amico pittore, scriverà su di una parete: “SanRonno perfetto pittore di Cairo 3/8/1892” giorno del suo quarantesimo compleanno
L’americana, come la chiamavano a Cairo, era Carlotta Prosperina Ersilia, arrivata dal Sudamerica nel maggio del 1877, aveva una storia triste alle spalle e voleva iniziare una nuova vita nel paese dei suoi aviEra nata a Santiago del Cile il 10 agosto 1852, figlia di Lorenzo Larghero e Maddalena Resio. Dopo i vent'anni conobbe in Cile il giovane Michele Bellino e quasi subito fu un amore travolgente. Lei ha 23 anni e lui è un giovane avventuroso e irrequieto. Durante una passeggiata a cavallo egli cade e si rompe l’osso del collo. Carlotta assiste Michele immobilizzato a letto. Egli non sa darsi pace per quello che gli è capitato e per la giovane innamorata legata al suo letto di invalido grave.
Dopo sette mesi di sofferenza, gli innamorati si sposano “in articulo mortis”.
Il funerale di Michele è imponente, la famiglia benestante è molto nota in città. Una folla di amici e parenti ed autorità accompagna il feretro al cimitero di Santiago del Cile, nell’aprile 1866.
Carlotta distrutta dal dolore vive mesi di prostrazione e di sofferenza angosciosa, non vuole più vedere nessuno, si chiude in camera e passa giorni nel buio assoluto.
Nell’aprile del 1877, passato un anno dalla morte dell'amato, decide di seguire il suo destino e prende la decisione che darà una svolta alla sua vita: andare in Italia a conoscere i luoghi dei suoi avi e scoprire chi erano stati nel passato. I parenti sono contrari, vorrebbero tenerla con loro, dopo quello che è capitato a Michele. Ma Carlotta non cambia idea, compra il biglietto di viaggio e si imbarca sul piroscafo che la porterà in Italia (ha 25 anni). Il piroscafo fa scalo a Montevideo dove salgono altri viaggiatori diretti a Genova, tra questi vi è anche il cinquantenne Luigi Baccino di Cairo che ritorna a casa. Durante il viaggio si conoscono: Carlotta è incuriosita e affascinata dall'uomo che ha fatto fortuna in America.
Dopo oltre un mese di mare e di conversazioni, i due viaggiatori sbarcano nel porto di Genova il xx maggio e si dirigono verso il Ponente, senza visitare la città: hanno trovato due posti sulla carrozza postale che va a Savona. Fatto il cambio dei cavalli la carrozza prosegue verso la Val Bormida, giungendo a Cairo la sera.
La storia continua, lei va a Lisbona e pare che non sia sola: vi è anche un uomo anziano, di Cairo.
http://mailartprojects.blogspot.com/2008/10/luigi-baccino-scomparso-lisbona.html
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